Ciò che colpisce da subito chi assiste a una performance di danza del ventre è la capacità della ballerina di utilizzare ogni singola parte del corpo. Attorno a una brava danzatrice si crea un alone di mistero, un miscuglio fra sensualità, sacralità e gioco. Per capire a fondo il valore di quest’arte dobbiamo approfondire alcuni aspetti che ci rendano più consapevoli e ci aiutino a comprendere il significato di questa danza. Una domanda molto frequente, spesso fonte di dibattiti, riguarda le sue origini.
ORIGINI:
Alcune testimonianze archeologiche ci riportano all’antica Mesopotamia, luogo in cui si pensa fosse eseguita come danza di culto della Madre Terra. Era praticata come cerimonia sacra propiziatoria della fertilità della terra (il grembo dell’Umanità) e del ventre della donna: si narra che fosse eseguita in cerchio intorno alla partoriente, come preparazione alla nascita. I movimenti circolari tipici di questa danza (cerchi, otto, onde…) identificano il ventre come simbolo della continuità della vita. Con l’espansione dell’Impero Turco si afferma tra i popoli del Medio Oriente e del Nord Africa, dove inizia ad essere utilizzata come forma di intrattenimento. Il termine arabo di origine è “raqs sharqi” che significa “danza orientale”. Il nome “danza del ventre” è stato dato per la prima volta nel XIX secolo, in occasione della campagna d’Egitto di Napoleone, quando alcuni avventurieri francesi la chiamarono appunto “dance du ventre”. Delacroix definì le ballerine come donne “la cui bellezza traspare in tutto ciò che fanno”. Non stupisce che l’attenzione dei francesi si focalizzò soprattutto sui movimenti del ventre: nello stesso periodo storico in Occidente le donne costringevano il proprio corpo all’immobilità con l’ideale estetico del corsetto, che portava a terribili conseguenze sulla colonna vertebrale, le costole e il respiro. Il blocco del fisico interessa anche la psiche ad esso strettamente legata. La danza del ventre, al contrario, elogia un corpo libero da costrizioni, per questo inizialmente non fu considerata da molti come arte. Il nome attribuitole dai francesi, benché colmo di significato, è restrittivo se si pensa che in questa disciplina si utilizzano tutte le parti del corpo.